Via libera alle bottiglie in PET 100% riciclato

Reading Time: 2 min.

Con la conversione del cosiddetto “decreto agosto”, D.L. 104/2020 recante Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia, e la pubblicazione della legge 13 ottobre 2020, n° 126, tra le disposizioni per lo più di ordine economico sono state incluse anche misure in direzione di una maggiore economia circolare.

In particolare, segnaliamo l’articolo 51, Piccole opere e interventi contro l’inquinamento, che presenta un emendamento rispetto al testo di agosto e con il quale viene modificato il D.L. 34/2020, per quanto riguarda l’utilizzo di plastica riciclata nella produzione di nuovi imballaggi:

In via sperimentale, per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, per le bottiglie in polietilentereftalato di cui all’articolo 13 -ter, comma 1, del decreto del Ministro per la sanità 21 marzo 1973, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 104 del 20 aprile 1973, non trova applicazione la percentuale minima di polietilentereftalato vergine prevista dal comma 2 del medesimo articolo 13 -ter. Restano ferme, per le predette bottiglie, le altre condizioni e prescrizioni previste dal citato articolo 13 -ter.

Non sussiste più, quindi, il limite al 50% del contenuto di PET riciclato nella produzione di bottiglie che, in via sperimentale ovvero per il momento solo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, potranno essere prodotte interamente con materia riciclata ovvero con il 100% di rPET.
La deroga deve essere ancora introdotta in via definitiva, ma è comunque evidente, in primis, la volontà di sostenere l’economia nazionale “dribblando” la plastic tax, come sottolineato in questo articolo di Polimerica.

 

PET, i numeri del riciclo in Italia

Per provare a immaginare gli effetti di tale norma sul comparto delle plastiche, è utile dare uno sguardo allo studio Materie plastiche riciclate utilizzate in Italia – Analisi quantitativa 2019 pubblicato da IPPR, l’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo.

In un quadro complessivo che dimostra il “crescente interesse per i temi della sostenibilità e l’economia circolare”, facendo registrare un incremento nell’impiego di polimeri riciclati per produrre nuovi manufatti del +4,4% rispetto all’anno precedente e un +14,6% dal 2015, il PET ha visto un aumento di 20.000 tonnellate rispetto al 2018 con una pressoché totale prevalenza di materiale raccolto post-consumo (il 92% del totale recuperato). I principali settori di sbocco si confermano gli imballaggi rigidi, con poco meno di 180.000 tonnellate impiegate, e le fibre tessili, che fanno registrare un ulteriore calo in linea con l’anno precedente, con meno di 50.000 tonnellate.

Per quanto riguarda l’applicazione “bottle-to-bottle, il 2019 fotografa una fase acerba, con molte applicazioni in essere ma ancora in fase di sviluppo, occupando il 5% del PET recuperato: è su questo dato che dovremo misurare l’effetto della nuova norma, per il quale dovremmo attenderci un incremento.
Tuttavia, come sottolinea IPPR, il futuro della plastica da riciclo resta incerto: se pure iniziative come questa dovrebbero incentivarlo, i timori per l’attuazione della plastic tax raffreddano gli entusiasmi del comparto, minando la fiducia per investimenti e innovazioni anche nel settore del riciclo. Inoltre, il prezzo ancora competitivo delle materie prime vergini nei confronti dei polimeri riciclati non permette al mercato della “plastica da seconda vita” di svilupparsi adeguatamente.
Insomma, la strada per la circolarità della plastica è ancora in salita!

Ti è stato utile questo articolo?

Clicca su una stella e vota l'articolo!

Voto medio 1 / 5. Risultato: 1

Questo articolo non è ancora stato votato. Votalo per primo!

1 Commento