Stop definitivo dalla Cina all’import dei rifiuti dal 1° gennaio 2021

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Lo scorso 25 novembre 2020 il Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese (MEE) ha confermato, tramite una nota condivisa con il Ministero del Commercio e l’Amministrazione Generale delle Dogane, il divieto delle importazioni di rifiuti solidi sul territorio nazionale a partire dal 1° gennaio 2021, inclusi lo scarico, l’accatastamento e lo smaltimento di rifiuti prodotti all’estero. In particolare, il divieto concerne l’importazione di fibra di recupero, rottami di plastica, rottami ferrosi e altri materiali riciclabili.

L’import dei rifiuti in Cina

Si giunge, così, all’ultimo atto delle politiche introdotte dal Consiglio di Stato cinese a partire dal 2017, con il fine di ridurre gradualmente l’importazione di rifiuti solidi. Il trend dell’import cinese di rifiuti degli ultimi tre anni è la fotografia dell’immediato effetto di queste politiche: dai 42,27 milioni di tonnellate del 2017 si è passati alle 13,48 milioni di tonnellate nel 2019, e i primi dieci mesi del 2020 hanno fatto registrare una ulteriore diminuzione del 42,7% rispetto all’anno precedente.
A partire dagli anni Novanta, il forte sviluppo industriale e demografico cinese aveva costretto il Paese ad affidarsi ai rifiuti solidi provenienti dall’estero, per far fronte alla sempre più pressante richiesta di materie prime. Necessità che, con il progredire tecnologico e l’evoluzione degli standard ambientali e qualitativi, è venuta progressivamente meno.
Il divieto totale all’import è stato introdotto attraverso una modifica introdotta il 29 aprile scorso nella legge sul controllo e la prevenzione dell’inquinamento ambientale dei rifiuti solidi, entrata in vigore all’inizio di settembre.
Essendo la Cina il più grande importatore di rifiuti al mondo, questa decisione ha destabilizzato l’industria del riciclaggio a livello globale, costringendo dapprima altri paesi asiatici quali Thailandia, Malesia e Vietnam, e poi paesi africani ad aumentare l’import di rifiuti dall’Europa e dagli Stati Uniti. In tale contesto, comprendiamo bene quanto sia fondamentale lo sviluppo di nuovi impianti sui territori nazionali, ai fini di raggiungere la sussistenza nella gestione dei rifiuti (ovvero delle risorse che possono derivarne) attraverso politiche di economia circolare.

Stop all’import di rifiuti in Cina: possibili aperture?

Associazioni di riciclatori come BIR e ISRI hanno richiesto al governo cinese di riconsiderare l’import di materiali di scarto riciclabili, ottenendo il riconoscimento in quanto “risorsa” dei rottami di alluminio, di rame e di ottone di elevata qualità, che quindi possono essere destinati all’industria cinese. Come segnalato da CEPI e Assocarta, la stessa trattativa sembra essere in corso per i rottami di acciaio ferroso e inossidabile di alta qualità, per alcune tipologie di pallet in plastica riciclata, mentre ancora non si hanno notizie circa le più diffuse tipologie di carta da riciclare, inclusi i contenitori in cartone ondulato (OCC).

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