Da residui a sottoprodotti: quando uno scarto è una risorsa?

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La gestione dei residui come sottoprodotto si allinea agli stessi principi di economia circolare ai quali si ispirano le recenti politiche economiche, produttive e sociali comunitarie e nazionali. Il modello di economia circolare, infatti, si basa sulla prevenzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti in una logica di partnership tra soggetti privati e/o pubblici, realizzabile soltanto attraverso la condivisione del know-how tecnico e scientifico, generando e conservando il valore di ogni risorsa, compresi i materiali fino ad oggi definiti “di scarto”.

Economia circolare e sottoprodotti

Il concetto di economia circolare risponde al desiderio di crescita sostenibile, nel quadro della pressione crescente a cui produzione e consumi sottopongono le risorse mondiali e l’ambiente. Finora, l’economia ha funzionato con un modello “produzione-consumo-smaltimento”, uno schema lineare in cui ogni prodotto è inesorabilmente destinato ad arrivare a “fine vita”.

La transizione verso un’economia circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare materiali e risorse. In quest’ottica, prevede l’applicazione di una logica integrata di partnership tra privati o pubblico-privato, promuovendo la Responsabilità Sociale di Impresa, la diminuzione dei rifiuti attraverso la creazione di un mercato locale di materiale riciclato, l’utilizzo di materie di recupero nei processi industriali.

Per questo, le aziende dovranno orientare le proprie strategie economiche, produttive e commerciali alla riduzione e ottimizzazione delle risorse, considerando interamente il ciclo vita del prodotto finito e di tutti i materiali di scarto generati dal ciclo produttivo.

Andranno, quindi, favoriti mercati per i beni di “seconda vita” che possano essere replicabili in altri contesti, oltre allo sviluppo e alla ricerca di nuove tecnologie che utilizzino come materie prime i materiali di scarto di altri cicli produttivi.

Alla luce di ciò, è importante che le aziende gestiscano più consapevolmente e responsabilmente i propri materiali di scarto, rendendoli adatti a nuovi reimpieghi, in piena sintonia con i nuovi indirizzi europei:

La nostra prosperità e il nostro ambiente sano sono frutto di un’economia circolare innovativa, dove nulla si spreca, dove le risorse naturali sono gestite in modo sostenibile e dove si tutela, si apprezza e si ripristina la biodiversità con modalità che migliorano la tenuta della nostra società”.

Sottoprodotti, Norme e Regolamenti: una storia lunga quasi 10 anni

Il riferimento comunitario è costituito dalla “Direttiva quadro” sui rifiuti, la Direttiva 2008/98/CE, recepita in Italia attraverso il D.Lgs. 205/2010 e l’introduzione dell’art.184-bis nel Testo Unico Ambientale.

È un sottoprodotto e non un rifiuto, qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni:

  1. La sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
  2. È certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
  3. La sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
  4. L’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.

Il primo regolamento italiano sui sottoprodotti è il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 13 ottobre 2016, n° 264 Criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti.

Le Terre e Rocce da Scavo e i relativi sottoprodotti sono stati disciplinati con il DPR del 13 giugno 2017, n° 120 Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo. Puoi richiedere gratuitamente le linee guida per il corretto utilizzo compilando il form in fondo a questa pagina web.

Sottoprodotti e analisi caso per caso: come riconoscere quando uno scarto è una risorsa e come comportarsi

L’applicazione della qualifica del sottoprodotto ripercorre gli stessi principi di economia circolare, sensibilizzando e coinvolgendo direttamente le aziende produttrici nella gestione nel reimpiego anche dei materiali di scarto quali sottoprodotti. I produttori, infatti, devono individuare un destinatario compatibile alle caratteristiche del materiale di scarto e verificare la corretta applicazione dei requisiti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale.

A questo scopo, il processo di valutazione caso per caso passa attraverso le seguenti fasi. Solo così è possibile riconoscere quando uno scarto è in realtà una risorsa ovvero quando, sulla base della normativa vigente, siamo di fronte a un sottoprodotto e non a un rifiuto:

Grazie a un’esperienza pluridecennale nel settore, Ecol Studio offre assistenza integrata alle aziende che intendono verificare se i loro scarti sono una risorsa e possono essere considerati sottoprodotti ai sensi della normativa vigente: dalla verifica preliminare fino alla definizione delle corrette modalità di gestione, elaborando un documento tecnico esplicativo che dimostri la bontà del processo.
In particolare, queste sono le azioni da compiere insieme per valutare correttamente il riutilizzo di un materiale di scarto:

  • Verifica dei cicli produttivi che generano lo scarto, delle materie prime, additivi e prodotto finito;
  • Esame dettagliato della fase specifica che genera il materiale di scarto;
  • Analisi chimica di laboratorio del materiale di scarto;
  • Individuazione dei possibili settori e cicli produttivi dove re-impiegare il materiale di scarto in sostituzione integrale o parziale di una materia prima;
  • Valutazione dei potenziali impatti sul ciclo produttivo che riceve il materiale di scarto;
  • Verifica delle caratteristiche del prodotto finito nel quale viene impiegato il materiale di scarto
  • Valutazione conformità normativa dell’intero processo.

I nostri esperti possono aiutarti in ogni fase di questo processo, al termine del quale ti forniranno la documentazione tecnica esplicativa del processo applicato con la quale potrai attribuire la qualifica di sottoprodotto ai tuoi materiali di scarto. Oltre a questa, ti forniremo le certificazioni analitiche di laboratorio delle prove eseguite al fine di verificare la conformità dei materiali e l’esclusione di interferenze sui prodotti e sulle matrici ambientali.

Scopri di più sui nostri servizi per la valutazione della qualifica di sottoprodotto: clicca qui e scarica il flyer.

 

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