Nuova UNI 11224 sui sistemi di rivelazione incendi. Quali novità per RSPP e HSE Manager?

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Il 12 settembre 2019, presso la sede UNI di Milano, si è tenuta la presentazione della nuova versione della UNI 11224.
Nonostante la pubblicazione e il relativo incontro fossero a ridosso del periodo estivo, la sala era gremita di persone: ciò fa capire l’interesse e l’importanza della norma che andremo a descrivere in questo articolo, dedicato a RSSP e HSE manager e consulenti, cioè a tutti colori che lavorano dal “lato committenza”. Questo gruppo di stakeholder è apparso piuttosto scarno nel seminario dell’Ente di normazione, dando l’idea di non riuscire ad apprezzare sufficientemente ciò che può scaturire da questa nuova norma.

 

La nuova UNI 11224

La nuova UNI 11224 è entrata in vigore il 5 settembre 2019 ed è già valida! Non ha un periodo di inserimento o di deroga, quindi è importante capire fin da subito quali cambiamenti comporta.

Questa nuova norma riguarda il controllo iniziale e la manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi. Questi ultimi fanno parte dei cosiddetti sistemi di protezione attiva che – potrebbe sembrare un’ovvietà, ma non lo è affatto – funzionano solo se avviene la corretta manutenzione, altrimenti abbiamo davanti un dispositivo costoso che non abbatte il rischio.

 

Focus sulla manutenzione

La nuova norma ne sottolinea ulteriormente l’importanza, strizzando l’occhio alla manutenzione predittiva senza prevederla esplicitamente. Al riguardo, la nuova UNI 1124 prevede che dopo 12 anni dall’installazione i rivelatori debbano essere sostituiti, revisionati in fabbrica o verificati con prova reale. E se quei rivelatori non fossero più fabbricati? Si potrà intervenire con dei sistemi compatibili. E se non li trovassi? Si può pensare ad una manutenzione straordinaria (ex DM 37/08)… le soluzioni ci sono, ma è opportuno pensarci per tempo.

Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è perché, proprio dopo 12 anni, si debba intervenire con una revisione così impegnativa. Un colpo di mano dei produttori/manutentori? Niente affatto. È il tempo medio di guasto dei prodotti in questione (MTBF).
Si tenga conto che in altre nazioni è ancora più breve e che, a titolo esplicativo, osservare che tutti i led della centralina sono verdi potrebbe implicare un impianto funzionante ma non efficace.

 

Un rivelatore all’interno di Villa Reale a Monza.

Urge maggiore prevenzione

In occasione dell’incontro di presentazione, inoltre, sono stati portati all’attenzione degli intervenuti aspetti già consolidati in letteratura e legislazione ma disattesi nel quotidiano.
Uno di questi è sicuramente il manuale di uso e manutenzione, che deve essere prodotto e consegnato dall’installatore, dopo che è stato redatto in modo che sia dedicato al singolo impianto.
Quanti di noi ne sono in possesso? Nei casi più virtuosi, ci sono delle fotocopie in inglese… E come possiamo svolgere regolare sorveglianza se ogni volta dobbiamo chiamare il manutentore esterno per ogni piccolo malfunzionamento?

Stesso discorso per il progetto e il funzionamento analogico, che appartengono agli allegati obbligatori del DM 37/08 e che possono servire per programmare la manutenzione e per stilare il PEI in modo coordinato con i sistemi di allarme. A tal proposito, citiamo la norma UNI 11744:2019, che (finalmente) unifica le caratteristiche del segnale acustico di allarme e pre-allarme antincendio e che potrebbe esser spunto per rivedere i piani di emergenza aziendali.

Per questa e altre questioni riguardanti la prevenzione incendi, non esitare a contattare il nostro esperto Simone Villa scrivendo a s.villa@ecolstudio.com

 

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