Emission Trading: come ottenere le quote gratuite per il periodo 2021-2025

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Per limitare le emissioni di gas a effetto serra nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione, in seguito agli impegni vincolanti presi in occasione del Protocollo di Kyoto, l’Unione Europea si è dotata di un sistema di scambio di quote di emissione sulla base del meccanismo “cap&trade” con la Direttiva 2003/87/CE. Dalla sua entrata in vigore, ogni Stato membro deve elaborare periodicamente un Piano Nazionale di Allocazione (PNA) alle imprese delle quote totali di emissioni, con la possibilità di cedere a un altro Paese i diritti in eccesso derivanti da una virtuosa riduzione delle proprie emissioni.

 

L’Emission Trading Scheme

A tal fine, nasce il sistema dell’European Union Emissions Trading Scheme (EU ETS), che fissa un tetto massimo complessivo di emissioni consentite sull’intero territorio europeo nei vari settori di interesse (cap), ai quali corrisponde un equivalente numero di quote di gas serra che possono essere acquistate e/o vendute su un apposito mercato.

Sono oltre 11.000 gli impianti industriali in Europa e circa 600 gli operatori aerei, disciplinati dalla “Direttiva ETS”; in Italia, i soggetti disciplinati sono più di 1200 per circa il 40% delle emissioni nazionali di gas serra.

Il quantitativo complessivo di quote disponibili per gli operatori diminuisce gradualmente nel tempo, imponendo così una riduzione di emissioni di gas serra a tutti i settori interessati dalla Direttiva: dal 2005 al 2030 assisteremo a una riduzione delle emissioni del 43%.

 

Quote di CO2, come vengono cedute?

Una quota corrisponde a 1 tonnellata di CO2 equivalente: ogni operatore industriale deve compensare, su base annuale e per il settore di appartenenza, le proprie emissioni effettive con un corrispondente quantitativo di quote. Le emissioni prodotte devono essere verificate da un soggetto terzo autorizzato; la contabilità delle compensazioni è tenuta dal Registro Unico dell’Unione Europea, mentre il controllo sull’applicazione delle regole e sulle scadenze è delegato alle Autorità Nazionali Competenti.

Le quote di emissioni possono essere vendute attraverso aste pubbliche, a cui partecipano soggetti accreditati, oppure possono essere cedute gratuitamente agli operatori a rischio di delocalizzazione delle produzioni in Paesi non europei, ovvero caratterizzati da standard ambientali più permissivi. Tale opzione mira a combattere il fenomeno del carbon leakage o “fuga di carbonio” ed è appannaggio esclusivo del comparto manifatturiero, dove vengono prese come benchmark le emissioni degli impianti più virtuosi.

 

Quali aziende sono coinvolte, e come, dall’Emission Trading Scheme?

Tutte le attività produttive che causano emissione di anidride carbonica che rientrano nella seguente classificazione:

  • grandi impianti di combustione con una potenza calorifica di combustione superiore a 20 MW, ad eccezione di quelli per i rifiuti pericolosi e urbani;
  • le raffinerie di petrolio e le cokerie;
  • gli impianti della produzione e trasformazione dei metalli ferrosi;
  • l’industria dei prodotti minerali oltre una data capacità: cemento, calce, vetro, fibre di vetro, prodotti ceramici;
  • impianti per la fabbricazione di pasta per carta e cartone.

La Direttiva europea applica a ciascuna di queste aziende un cap di emissioni, ovvero un livello massimo generale, e un numero massimo di quote di emissioni a titolo gratuito.

Ciò significa che se un’azienda produce un numero inferiore di emissioni rispetto al cap assegnatole, può vendere le proprie quote rimanenti sul mercato; nel caso contrario, ovvero se sfora il cap ed emette gas serra più del consentito, sarà costretta ad acquistarle da altre aziende più virtuose.

Da tutto ciò derivano i seguenti obblighi per chi partecipa all’ETS:

  • occorre essere dotati di un permesso di emissione in atmosfera di gas serra rilasciata dall’Autorità Nazionale Competente (ANC);
  • a fine anno si deve rendere un numero di quote di emissione pari alle emissioni di gas serra effettivamente rilasciate in atmosfera durante l’esercizio di tale anno: qualora ciò non avvenga, si andrà incontro a specifiche sanzioni per ogni tonnellata di CO2 non coperta dalla restituzione delle quote;
  • tutte le comunicazioni inviate all’ANC circa le proprie quote di emissione devono essere validate da un organismo terzo accreditato.

 

2021-2030: nuovi criteri per l’assegnazione delle quote gratuite

Dal 28 febbraio 2019 è in vigore il Regolamento 2019/331/UE per l’assegnazione gratuita delle quote di emissione dei gas serra per il periodo 2021-2030, emanato successivamente alle modifiche apportate alla normativa per l’Emission Trading System dalla Direttiva 2018/410/UE, al fine di aggiustare il tiro in vista degli obiettivi climatici per il 2030.
Con tale direttiva, infatti, si è accelerato ulteriormente il “fattore di riduzione lineare”, cioè il tasso di riduzione annua delle quote di emissioni messe all’asta, del 2,2% a partire dal 2021, a fronte dell’1,74% previsto. Di conseguenza, si è reso necessario emanare un nuovo regolamento per indirizzare correttamente i finanziamenti UE alle imprese. Con tale direttiva, sono stati esclusi i progetti industriali alimentati a carbone, con l’eccezione degli impianti di teleriscaldamento negli Stati membri più poveri. Parallelamente al restringersi di questi parametri, è stato istituito un fondo per l’innovazione, con l’obiettivo di fornire un sostegno finanziario per i progetti sulle energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e l’innovazione mirata a ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra.

 

Assegnazione quote gratuite per il periodo 2021-2025: domanda in scadenza!

Entro il 30 giugno 2019 i gestori degli impianti produttivi soggetti alla Direttiva ETS devono inviare al Ministero dell’Ambiente la domanda per l’assegnazione delle quote gratuite di emissioni di CO2 relative al periodo 2021-2025.
La domanda deve essere corredata da specifici documenti, tra cui la relazione sui dati di riferimento, il piano della metodologia di monitoraggio e la relazione di verifica.

Ecol Studio è partner di numerose imprese per la gestione delle pratiche amministrative e dei documenti relativi all’Emission Trading System. Se anche tu hai bisogno di una consulenza per la compilazione della domanda per l’assegnazione delle quote gratuite o per qualsiasi altra necessità al riguardo, i nostri professionisti sono a tua disposizione!

Contattaci telefonando allo 0583.40011 o scrivendo a info@ecolstudio.com

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