Martedì 17 novembre 2020, la Commissione Ambiente della Camera ha avviato l’esame della proposta di legge a firma di Ilaria Fontana di M5S per il controllo delle emissioni odorigene degli impianti industriali.
I principali obiettivi della proposta di legge provvisoriamente denominata “Diritto al respiro”, come affermano la stessa Fontana e il ministro Sergio Costa attraverso i propri profili social, sono:
- L’introduzione della definizione di emissioni odorigene nel nostro ordinamento;
- Prevedere che l’aspetto odorigeno sia compreso all’interno della valutazione preventiva di impatto ambientale per i nuovi impianti;
- Porre nuovi limiti misurabili e verificabili alle emissioni odorigene, al fine di dare migliori riferimenti oggettivi a chi le produce e agli organi di controllo, e nuove sanzioni;
- Prevedere che siano le Regioni a emanare norme specifiche per i territori di competenza, più aderenti ai contesti locali e dunque più efficaci alla tutela dei cittadini.
Come sappiamo, al momento l’unico riferimento alle emissioni odorigene nel Testo Unico Ambientale è stato introdotto con il D.Lgs. 183/2017. Già negli anni passati, l’attenzione e la sensibilità crescenti di opinione pubblica e autorità di controllo nei confronti delle emissioni odorigene degli impianti produttivi avevano spinto alcune Regioni a prendere i primi provvedimenti specifici, in assenza di un quadro nazionale. Tale contesto aveva, di fatto, alimentato confusione e incertezza contribuendo, a livello mediatico e politico, ad attribuire alla “questione odori” tutte le caratteristiche tipiche delle sindromi NIMBY (not in my backyard) e NIMTO (not in my terms of office).
Abbiamo visto quali siano gli strumenti per un corretto monitoraggio delle emissioni odorigene e per prevenire rischi e sanzioni pur in assenza di limiti definiti. Ora, con questo disegno di legge, ci auguriamo che la questione possa finalmente essere sviluppata in modo organico e approfondito: non soltanto per offrire la risposta a una minaccia per l’ambiente e la popolazione (come, purtroppo, il nome di questa proposta di legge lascia intendere), ma in quanto preziosa occasione per fornire al nostro comparto industriale strumenti idonei per uno sviluppo realmente sostenibile.