Direttiva Macchine: cos’è, cosa prevede e quando si applica

Alcuni dei più diffusi dubbi sulla Direttiva Macchine e come risolverli salvaguardando lavoratori e azienda.

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L’obiettivo della Sicurezza Macchine è assicurare la sicurezza dei lavoratori (e di conseguenza anche dei consumatori) che operano a contatto con macchinari di vari tipo.

Quali sono i soggetti interessati alla Sicurezza Macchine?

Fabbricanti e Datori di lavoro devono assicurare la conformità dei macchinari presenti in azienda secondo l’articolo 70 del D.Lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza).

Su quali macchinari si applica il Testo Unico Sicurezza?

Il Testo Unico sulla Sicurezza si applica a:

  • Le macchine fabbricate dal 1996 che devono avere il marchio CE;
  • Le macchine antecedenti al 1996 per le quali si predisporrà la verifica secondo l’allegato V per i requisiti minimi di sicurezza;
  • Una macchina modificata sostanzialmente (ad esempio cambi di performance o la logica della macchina), per la quale si deve procedere con la modifica della macchina CE, cioè procedere con la nuova certificazione.

La Direttiva Macchine 2006/42/CE

La Direttiva Macchine 2006/42/CE prevede di procedere all’esecuzione di specifiche attività al fine di innalzare il livello di sicurezza degli impianti integrando la sicurezza nelle fasi di progettazione e di costruzione, fino a una corretta installazione e manutenzione.

Secondo la Direttiva Macchine 2006/42/CE, art. 2, la macchina è definita come:

ART 2. “Insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un’applicazione ben determinata”

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Il principio di integrazione come leva per la prevenzione del rischio

Applicando quello che nell’ambiente viene definito principio di integrazione della sicurezza sarà possibile ridurre ulteriormente il numero di infortuni, rendendo il macchinario conforme ai requisiti essenziali di salute e sicurezza (RESS) previsti dalla Direttiva Macchine.

Questo principio prevede nell’ordine:

  • L’eliminazione dei rischi in fase progettuale;
  • L’adozione di protezioni o dispositivi di sicurezza;
  • L’evidenziazione dei rischi residui non eliminabili nelle istruzioni;
  • Sviluppo di regole per l’utilizzo del macchinario.

Su queste considerazioni sono state emanate nel tempo una serie di direttive comunitarie che interessarono “la produzione, la commercializzazione delle macchine e la responsabilità dei vari soggetti coinvolti nelle attività lavorative ai fini della prevenzione infortuni”.

Ma, in sostanza, la Direttiva Macchine cos’è e perché è necessario conoscerla?

La Direttiva Macchine, basandosi sul principio di integrazione, altro non è che una lista di regole elaborate per disporre la produzione delle macchine e un insieme di adempimenti da soddisfare in ogni fase e fino al momento della loro commercializzazione.

A seguito dei grossi cambiamenti tecnologici e commerciali e al significativo aumento del numero di macchinari immessi sul mercato UE provenienti da paesi extracomunitari, il Parlamento Europeo ha sentito la necessità di regolarizzare quest’ambito aggiungendo alla lista attrezzature che ricadevano in altre direttive.

Il Parlamento Europeo ha chiarito inoltre le esclusioni di alcune macchine dall’ambito di applicazione della Direttiva e ha inserito nuove categorie rivedendo l’elenco già esistente e dettando nuovi criteri minimi adeguandoli a quelli riportati nelle altre direttive.

A quali requisiti deve rispondere la macchina?

La macchina deve rispondere ai requisiti essenziali di sicurezza e salute (RESS), cioè deve essere:

  • Costruita secondo determinati parametri;
  • Marcata e riconoscibile;
  • Accompagnata da un libretto (manuale di istruzioni per l’uso e la manutenzione);
  • Garantita dal fabbricante con la dichiarazione di conformità.

Solo seguendo questa lista e risultando idonea a certi parametri, la macchina può essere ritenuta conforme al mercato della UE ed essere riconosciuta con la targa CE.

Il Marchio CE

È un processo che ha lo scopo di garantire la sicurezza del macchinario, tuttavia può essere solo in parte rispettato dai fabbricanti e le cause più comuni sono la mancata conoscenza delle norme di riferimento più attuali e l’errata applicazione delle stesse.

La marcatura CE è un’autocertificazione da parte del Fabbricante, pertanto può non garantire la sicurezza del macchinario secondo quanto previsto in art. 70 e 71 del DLgs 81/08. Spesso sono infatti necessarie delle ulteriori verifiche approfondite.

Quali sono le sanzioni in cui si incorre?

Se non vengono rispettati i requisiti minimi richiesti dal testo unico sicurezza sono previste, in ogni caso, sanzioni quali arresto o ammenda sia per il fabbricante che per il datore di lavoro.

Il consulente: una figura sempre più indispensabile

Questa norma ha introdotto quindi moltissime variabili a cui sottostare e l’intervento di un bravo consulente si rende sempre più prezioso per assistere le aziende, sempre più numerose, coinvolte da questa legislazione. Clicca sull’immagine qui sotto per scoprire che cosa fare insieme a un esperto!

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