VI Rapporto IPCC: Agire subito, agire insieme

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Il 28 febbraio 2022 è stato pubblicato il VI rapporto di valutazione del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), Climate change: a threat to human wellbeing and health of the planet. Taking action now can secure our future (link al comunicato stampa ufficiale).

Il documento, a cura del II Working Group dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, valuta gli impatti dei cambiamenti climatici sia sugli ecosistemi e sulla biodiversità, sia sulle comunità umane a livello globale e locale, alla luce delle rispettive vulnerabilità e della capacità di adattamento.

Il nuovo rapporto IPCC in breve

Il nuovo rapporto evidenzia come, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi, il cambiamento climatico in atto e indotto dall’uomo stia causando gravi e diffuse conseguenze su tutto il Pianeta, destinate a incidere in modo sempre più profondo sulla vita di miliardi di persone in tutto il mondo.

“Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell’inazione,” ha dichiarato Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. “Dimostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il benessere e la salute dell’umanità e del Pianeta. Le nostre azioni di oggi determinano il modo in cui gli ecosistemi e la popolazione reagiranno al crescere dei rischi.”

Nei prossimi due decenni è attesto un riscaldamento globale di 1,5°C. Anche qualora i superamenti di tale soglia si verificassero sporadicamente, gli impatti attesi saranno gravi e irreversibili, in particolare per le infrastrutture e gli insediamenti in aree costiere.

Non c’è più tempo per le “mezze misure”

“Questo rapporto evidenzia l’interdipendenza tra clima, biodiversità e popolazione,” continua Hoesung Lee, “come emerge da una più profonda integrazione tra scienze naturali, sociali ed economiche.” Proprio in ragione di questa forte interdisciplinarità, che rappresenta l’elemento differenziante di questo rapporto IPCC rispetto ai precedenti, è possibile ribadire l’urgenza di un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i rischi climatici: “Le mezze misure non sono più un’opzione,” afferma Lee.

L’evidenza scientifica è inequivocabile: il cambiamento climatico rappresenta una minaccia per il benessere umano e la salute del Pianeta. Qualsiasi ulteriore ritardo nell’azione globale e concertata impedirà di cogliere la piccola finestra ancora aperta, ma che si sta rapidamente chiudendo, per garantirci un futuro vivibile,” dichiara Hans-Otto Pörtner, copresidente del II Working Group IPCC.

Adattarsi al clima che cambia

Il VI rapporto IPCC fornisce anche nuove indicazioni su possibili soluzioni per ridurre i rischi del cambiamento climatico e aumentare la resilienza di ecosistemi e società, migliorando la vita delle persone.

Gli ecosistemi sani sono più resistenti ai cambiamenti climatici e forniscono servizi vitali come cibo e acqua pulita”, afferma Pörtner. “Ripristinando ecosistemi degradati e garantendo la conservazione, in modo efficace ed equo, dal 30 al 50 percento degli habitat terrestri e marini, potremo beneficiare della capacità della natura di assorbire e immagazzinare carbonio, accelerando il progresso verso lo sviluppo sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, sono essenziali il sostegno della politica e della finanza.”

Il Rapporto evidenzia anche come il cambiamento climatico interagisca con le tendenze globali in atto quali l’uso insostenibile delle risorse naturali, l’urbanizzazione crescente, le disuguaglianze sociali e la pandemia; un mix di condizioni che rischiano di mettere a rischio il nostro sviluppo futuro.

Una sfida, la riduzione dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici, che deve coinvolgere tutti: governi, attori economici, società civile nessuno escluso. Le soluzioni efficaci potranno essere trovate solo agendo a livello sistemico ovvero “conciliando interessi, valori e visioni del mondo differenti,” afferma Debora Roberts, copresidente del II Working Group IPCC. “Il mancato raggiungimento di uno sviluppo resiliente al clima e sostenibile si tradurrà in un futuro difficile per le persone e la natura”.

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